Rimango sempre estasiata dalla bellezza della Terra!😍📸😍📸 Anche troppo!
Vi ricordate cosa mi è successo durante una delle mie camminate? Beta guarda il sentierooooo dove cammini!🤣😂🤣😂
E leggi di quà, leggi di là,…scopro che a Cazzaso, in Carnia, una delle località della mia infanzia, il geologo Michele Gortani all’inizio del 1900 ha trovato il fossile di un pesce particolare, senza squame.😍
Dopo un secolo gli è stato dato il nome di Marcopoloichthys faccii , il nome del grande Mercante e Viaggiatore veneziano perchè altri esemplari sono stati trovati in Cina.
Impressionante la Storia della Terra, la Tettonica ! 🥰
Dal libro di Giovanni Marinelli leggo …
“… sopra tutto nei dintorni di Cazzaso sono frequenti i fossili marini (conchiglie di molluschi e anche avanzi di pesce) dei periodo Raibliano (Triassico Superiore)…”
Cavasso Nuovo dai prati degli Stavoli Pra Mare
Foto scattata anni fa percorrendo i sentieri n.32 (Troi da Maine- da Casanova Florencis a Cazzaso) ed il n.35 (da Cazzaso Nuovo a Terzo), ripristinati dal CAI di Tolmezzo. Ritornerò, guardando ancora con più interesse, pensando che si sta guardando un antico Mare.🥰
Grazie Michele Gortani 👍studioso delPaleozoico carnico e (tra le tante sue cariche) fondatore del Museodelle Arti e Tradizioni Popolari di Tolmezzo, a me molto caro perchè (taanti anni fa 😊)è stata la mia prima visita museale.
Mentre scrivo, penso ad un altro geologo friulano, Ardito Desio che in bicicletta partiva da Udine fino a Sella Nevea e poi su a piedi, per studiare le rocce del Monte Canin.
“Naufragar me dolce in questo mare”
Buone cammiante! Anche “il dietro casa” di questo periodo permette di scoprire cose belle ed interessanti, basta avere uno zaino pieno di curiosità … e memoria sul pc per scaricare PDF, foto, PDF, foto, PDF,…!🤣😍🥰😄
P.S. I miei articoli non sono sponsorizzati dai Link(cliccare sopra le parole “blu” e/o “rosse”) di rimando o dalle Case Editrici indicate.E’ un mio libero consiglio di lettura e/o comprensione.
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Ritorno a parlare della zona Naturalistica a nord di Gemona del Friuli (Udine), ovvero del Lago Minisini, del Forte di Monte Ercole, della Sella di S. Agnese. Un compendio delle molteplici camminate fatte in zona. (*)
Altro giro, altra corsa … altra camminata, altre scoperte! 😍#nonsifiniscemaidiimpararequalcosa
Guai a dire “Uffaaa … Andiamo ancora là!!!” … perchè vuoi per la stagione diversa, vuoi per le condizioni meteo, vuoi per le migliorie fatte dall’uomo, ogni volta è come una prima volta. #osservaresempre ! 😃 (**)
Una volta ci sono le ninfee, una volta il canneto …
… una volta taaanta acqua cristallina …una volta una bella distesa di ghiaccio …
… ed è sempre (anche dall’alto) uno spettacolo MERAVIGLIOSO! 🥰
E non bisogna fermarsi al “solo” lago. Specialmente dopo giornate piovose, si possono notare delle formazioni naturali molto interessanti nei prati vicini … e non sono semplici allagamenti!
Durante l’ennesima 😊 visita al Forte di Monte Ercole, ho guardato con occhi diversi alcuni edifici (Attenzione: SONO CHIUSI, guardare, “Ricordare la Storia” e NON TOCCARE) .
Leggendo un libro (#nonsifiniscemaidiimparare!) ho scoperto che vicino all’entrata ci sono 2 caverne a 20 metri di profondità (come misura di sicurezza da eventuali bombardamenti) adibite a magazzino di polveri e munizioni e una galleria verticale usata per il montacarichi … salendo al Forte si puo’ notare “l’arrivo” .🥰
All’interno dei camminamenti, spiccano le canalette attraverso le quali veniva convogliata l’acqua piovana, “nemica delle polveri da sparo”.
Un’altra occhiata speciale? Salendo alla Sella S. Agnese dal greto del Torrente Vegliato, poco prima dei tornanti finali, in mezzo al bosco si possono scorgere dei “panettoni” di pietra. Cent’anni fa la zona era libera dalla vegetazione e potevano passavano mezzi militari nemici … “potevano” perchè venivano fermati da questi sbarramenti! (***)
Lungo il sentiero naturalistico del Monte Cumieli, a fianco dei prati di Casera Cum, ho notato molte piante di Giaggiolo Susinario o Iris come si chiamava la mia mamma. 🙏
Pensiero speciale per una persona speciale 💖
Alla Sella di S.Agnese … non serve fare molto … basta osservare in silenzio questo spettacolo della Natura e della Storia… … magari guardando verso il Monte Chiampon il volo dei maestosi Grifoni provenienti dalla Riserva di Cornino … vicina all’omonimo smeraldino Lago!E poi … alla fine della camminata non si può non visitare Gemona del Friuli … con la sua Storia passata …… con la sua storia recente … con la sua storia futura … per non dimenticare!
Che emozione ragazzi ! 😍👏… e “drizzando lo sguardo al Castello, vediamo, una cosa che non ci aspettiamo di vedere … due statue” … ricordando Don Abbondio e i Bravi 😍 #osservaresempreGemona sempre nel mio cuore!😍Per gli amanti delle camminate, ricordo che questa zona fa parte di uno dei percorsi della Via Romea.Giocando sempre con la fantasia 😃 abbraccio la “zampa di Plat l’Elenfante gigante” e vi auguro …… buone camminate e … i rifiuti si portano SEMPRE a casa!
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Si parte dalla frazione di Villamezzo, sul sent.n.456 fino al primo tornante per poi, attraverso una strada bianca, andare verso il Rio Ruat .
Curiosità: la pianta in primo piano è l’ IMPATIENS GLANFULIFERA nome volgare “Non mi toccare” perchè le sue capsule appena vengono toccate scattano all’indietro rilasciando i semi.
In Gran Bretagna viene chiamata “Elmetto da poliziotto” data la somiglianza di parte del suo fiore rosa al copricapo anglosassone.
Alcune delle varietà vengono usate nei paesi asiatici per tingere di giallo e di rosso la seta e la lana.
E’ uno dei miei ricordi di bambina nelle escursioni con papà.
Mi “immergevo” completamente tra i suoi steli, alti fino a due metri! 🥰
Ritornando sui nostri passi … lungo il tratto che costeggia il Rio Ruat iniziano le prime sorprese 😍 geologiche!
Abbraccione!
Questa roccia rossa è l’Arenaria di Val Gardena .
Depositi spessi dai 40 m. ai 200 m. formati in alcuni milioni di anni durante il Permiano (260 mln. di anni fa), ultimo periodo dell’Era Paleozoica, prima dei Dinosauri per intenderci.
Strati di Pianure alluvionali, fanghi, alternati a Depositi marini, il tutto sollevato, nel corso di anni, dall’azione di spinta delle placche terrestri durante l’Orogenesi / Origine delle Montagne.
Come sempre ho gli occhi fuori dalle orbite😍 quando scrivo, leggo, di “milioni di anni fa” … come con le stelle e/o galassie lontane “anni luce” … a pensarci … brividi! 🥰
Lasciato (a malincuore 😂😉) il Rio Ruat, inizia il sentiero CAI n.442, immerso in ricchi boschi di Conifere.
Uno spettacolo della Natura! In questo stretto spazio, dove le pareti della forra quasi si toccano, loro, gli alberi, si innalzano sempre più in alto!
E’ una gara per arrivare primi a toccare il cielo!
Questa foto l’ho scattata lungo il sentiero, al rientro.
Foto “in diagonale” per far notare quanto siano alti rispetto a quell’omino a destra, piccino piccio’… 😉
Lungo la prima parte del percorso si è immersi nel bosco, ma la “voce” del Torrente Chiarsò si fa sentire e ci tiene compagnia.
Dopo una breve discesa si arriva al Ponte Fuset da dove ha inizio il percorso ad anello della Forra “LAS CALAS”.
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ATTENZIONE! Sulla cartina topografica il sentiero nella Forra è segnato con
puntini rossi . . . . . . . . .
TRATTO DIFFICILE CON SEGNAVIA (PER ESPERTI)
Consiglio di verificare sempre l’agibilità del percorso prima di partire dato la sua particolarità e Massima attenzione!!! Grazie.
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L’acqua è l’elemento predominante, la cui forza ha plasmato le diverse rocce.
Rocce modellate , tagliate, “come l’unghiata di una gigantesca tigre dai denti a sciabola” (dal libro “LE ALPI CARNICHE”v. fondo pagina) …
… rocce erose dall’azione dell’acqua, magari con l’aiuto dei sassi (marmitte), di diversa grandezza e colore … spettacolo puro! 😍…
… notando i diversi livelli nei tempi di “piena” e di “magra” della Forra.
E qui, parlando di “piene”…
A monte, poco prima dei tornati stradali verso Casera Ramaz, si costruiva una diga per la “raccolta” del legname proveniente dai boschi limitrofi.
Grazie alla forza dell’acqua prodotta dalla rottura della “STUA”/Diga, il legnameveniva “scaricato” a valle, verso il paese. Ma se qualche tronco si incastrava nella stretta e profonda forra, ecco che intervenivano gli uomini con lunghi bastoni (v.tabella del Comune).
Mentre cammino, un pensiero lo dedico a questa gente.
Dal sentiero, con MOLTA attenzione, merita osservare la destra idrografica del Torrente …
… con fittissimi strati “marini” , antiche pieghe e ancora “colorate” rocce …
… in poche centinaia di metri c’è una varietà geologica unica.
Ad ogni passo sono estasiata da questa meraviglia della Natura, fino a quando, terminata la Forra, si inizia a salire sempre in mezzo al bosco, fino all’imbocco con la strada che da Paularo porta al Passo Cason di Lanza.
Dopo qualche metro, verso sud, si ridiscende lungo il sentiero CAI n.442 .
Il tratto di sentiero della foto “sbilenca” 😉
Curiosità geologica: scendendo, a sinistra del sentiero, si nota una grande parete bianca e strati rocciosi che fanno capolino tra le foglie!😍 Sono depositi marini, roccia calcarea di 350 mln. di anni fa!
Passo dopo passo, tornante dopo tornante, si ritorna al Ponte Fuset.
Un ultimo sguardo alla Forra e si riprende il sentiero dell’andata, fino al Rio Ruat rientrando a Villamezzo (vi spiega meglio la cartina topografica 😁).
Dopo la “Voce” dell’acqua, la “Storia” delle rocce … ci accoglie il giallo del fieno profumato, il verde dei prati colorati e uno spettacolare panorama verso il Gruppo del Monte Sernio! 😍
Mentre durante l’escursione ho notato …
… bellissimi esemplari di “GENZIANA ASCLEPADEA” – Asclepiade – “zampilli” di fiori blu intenso che colorano il sottobosco!😍 …e poi …
… un esemplare molto grande di “MACROLEPIOTA PROCERA“-Ombrellone o Mazza di Tamburo: quando è ancora chiuso sembra veramente una mazza per il tamburo!😍 …
… e poi un piccolissimo anfibio : la “RANA DALMATINA” – RANA AGILE – dalle luuuunghe e agili zampe! 😍 Questa piccolina fa salti di 2 metri !
Una curiosità: lo sapete che la pupilla degli Anfibi è diversa da specie a specie ?
Il Rospo Comune ha una pupilla a forma di 🪁 (rombo con senso orizzontale) , quella della Rana di 👁🗨 (nuvoletta dei fumetti) , quella del Pelobate o Rospo Bruno di 🩸(goccia allungata) , quella dell’Alite o Rospo Ostetrico di 🪁 (rombo con verso verticale) e quella dell’Ululone di 🖤(cuore)… la più romantica!😍
ABBRACCIO
ABBRACCIO
… e per finire un abbraccio a due meravigliosi Giganti del Bosco … chissà quante storie di Vita hanno visto!
A presto cari miei vecchi amici Alberi. A presto perchè lassù, a monte, mi aspettano pieghe orogenetiche particolari e rocce rosse del periodo Ordoviciano, sabbie e fanghi contenenti i macro-fossili più antichi di tutta la Penisola Italiana , di 460 mln. di anni faaaaa!!!😍😍😍
A voi miei cari (e pazienti lettori) … Buona e attenta (in tutti i sensi!) camminata! 😘
Beta
P.S. Sono a disposizione per correggere i nomi indicati di fiori, funghi, animali … non sono un’esperta, mi informo sui libri … se ho sbagliato “Mi corriggerete” come diceva il nostro grande Papa Wojtyla. Grazie.😘
Ah! Dimenticavo … il luogo del ruzzoloneè sulla sponda sinistra del Rio Ruat (vedi prima foto – quella dei fiori) … poco male, sarei caduta in acqua e, conoscendomi, anzichè pensare ad eventuali contusioni, mi sarei messa a raccogliere e/o fotografare sassi, rocce,…🤦♀️Santa Pazienza!😂🤣😂🤣😃 #sorrideresempre!
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Bella giornata, niente precipitazioni in vista, zaino in spalla e si parte!
Leggendo uno dei libridi Ivo Pecile e Sandra Tubaro ci siamo incuriositi per questo percorso in Comune di Andreis (Pn) nel Parco delle Dolomiti Friulane.
Si tratta dell’Anello del Monte Ciavac -sentieri CAI 975-979-cartina Tabacco28 o 12. Noi abbiamo usato la cartina n.28 … miglior visione della zona, senza piegare troppo la cartina! 🙂
Ecco le mie impressioni. 🙂
Durante la prima parte del percorso,ho notato delle tabelle colorate relative alla pratica del Nordic Walkingad Andreis e dintorni! Altre camminate da fare! 🙂
Rientrando al punto di partenza, si avrà tempo e modo di poter visitare il borgo. E’ un gioiello! Le tipiche case con i balconi fioriti, ogni angolo con un particolare architettonico interessante, una tabella esplicativa o le poesie di Federico Tavan! E’ una sorpresa per gli occhi e per la mente!
Ma torniamo all’Anello. Le indicazioni descritte sul libro sono molto dettagliate, non si può sbagliare, per cui ho potuto ammirare il percorso che ho battezzato ” Sentiero della Genzianella” perchè questo fiore violaceo faceva capolino nei prati lungo il sentiero.
Per l’esattezza si tratta della Genzianella amarella -Genzianella autunnale che si distingue dalla Genzianella campestris-Genzianella campestre per la presenza di 5 petali anzichè 4!
Visto il periodo, i colori autunnali sono predominanti e fanno esaltare ancora di più la roccia bianca dolomitica.
la Porta dell’Autunno!
Nella prima parte si guada e si costeggia il Torrente Ledron.
Piccoli e grandi massi … starei ore a guardarli, a conoscere le molteplici forme e composizioni! 🙂
Piccoli sassi che grazie all’azione dell’acqua, girando scavano la roccia sottostante creando, in questo caso, delle piccole vaschette. Ce ne sono diverse, provate a cercarle, in compagnia dei vostri bimbi! 🙂
Sassi trasportati dalla corrente o caduti da un versante della montagna, alcuni “rugosi”, troppo duri da scalfire, altri lisci, livellati dall’azione dell’acqua…
…e con sopra, con un pizzico di fortuna, un piccolo ospite che ci dà il benvenuto! 🙂
la cavalletta Hopper!
Un consiglio soprattutto quando si fanno gli “anelli”: ogni tanto guardatevi indietro, altra prospettiva, altro paesaggio, altre sorprese!
Sul versante opposto si inizia a vedere le formazioni rocciose “a strati” …. questa così curva, rotondeggiante, l’ho battezzata la “Roccia Armadillo”.
Lasciato il corso del Torrente ed il sentiero n.976, ci si immette nel sentiero n.975 e si attraversa un bosco di faggi e conifere all’ombra del Monte Ciavac.
Salendo si arriva ad una selletta, località ” Le Pitte” e qui consiglio una pausa,pausa-pranzo… perchè si cambia paesaggio ed emozioni! 🙂
Guardando le foto sotto, da destra: si arriva dal bosco di faggi sulla sella e poi ci si “tuffa” nel bianco dolomitico del canalone!
Scendendo lungo un ripido sentiero (non è pericoloso, non ci sono strapiombi, ma fate comunque attenzione per la friabilità della roccia) si arriva sul letto del Torrente Susaibes e qui aprite, aprite, ripeto aprite gli occhi! 🙂
Un canalone immenso, dalle alte pareti dolomitiche, tutte frastagliate (le foto non rendono la loro bellezza, bisogna vederle dal vivo! 🙂 ) Con il dovuto rispetto, l’ho battezzato la “Cattedrale Susaibes” : un pavimento ricco di “mosaici” rocciosi, delle pareti verticali ricche di fregi, un soffitto dalle mille sfumature di azzurro! Meraviglioso.
Proprio alla fine della discesa, ci accoglie la Fonte “Aga dal Muscle”(Acqua del Muschio”) alla destra orografica del Torrente.L’acqua scorre sopra strati di roccia impermeabile, come la Dolomia Bituminosa, di colore scuro, ricca di sedimenti di sostante organiche.
Sedimenti marini antichi, di 200 mln.di anni fa!Durante il Triassico Superiore! 🙂 Adoro! E poi …
… Forza dell’acqua, dell’erosione, grandi e piccole sorprese naturali!
… Acqua che scompare e riappare a seconda della permeabilità o meno della roccia sottostante.
… Faglie dolomitiche,pieghe, specchi di faglia, che si innalzano, che scivolano, che scorrono, con tutta la loro forza e possanza!
Non potevo non abbracciarle! 🙂
In fondo al sentiero sulla sinistra orografica, guardate all’insu’! Ecco cinque formazioni di roccia uguali!Le ho chiamate “Las sùrs gimules” (dal friulano “Le sorelle gemelle”). 🙂 Meraviglia della natura!
E poi di nuovo “cambio” di paesaggio: dal bianco dolomitico si ritorna al verde del bosco, dalla forza della Natura alla forza dell’Uomo, al suo lavoro.
Ci accoglie una fornace per la formazione della calce. Ce ne sono molte in Regione, recuperate dalle varie Associazioni locali. Ricordo di averle “incontrate”diverse durante le nostre camminate, in Val Tramontina, al Passo Pura, a Cimolais,… ci sono da voi?
Attraverso sentieri ben curati, si rientra nello splendido abitato di Andreis, (v.foto all’inizio dell’articolo) costeggiando prati , boschi, rivoli d’acqua …
Alcune …
in compagnia di animali fantastici che ti indicano la strada … 😉
… pronti sull’attenti per un saluto ed un controllo “Chi sei?Da dove vieni?” 😉 …
… altri che ti osservano dall’alto in basso … con quegli occhi poi! 🙂
altri che non hanno nessuna voglia di tenerti compagnia “Ohh! Un pò di privacy!” :)…
e altri che proprio si sono dimenticati che passavi a trovarli … 😉
Consiglio questo Anello di Andreis perchè è un itinerario che abbraccia la natura, la geologia, l’architettura, gli usi e i costumi degli uomini, la Storia di questa Valle, davvero interessante! Grazie Ivo, grazie Sandra del consiglio!
Rientrando a casa, dopo Montereale Valcellina, dal Ponte Ravedis, guardate sull’altro versante!
Rampa Monte Jouf-Diga di Ravedis
Una “onda” calcarea, (periodo Cretacico 65-145 mln.di anni fa) formata da strati e strati che da orizzontali (in alto) vengono piegati fino ad una immensa piega verticale e di nuovo orizzontale. Che forza! 🙂
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