Amante di Palermo , ma in generale, della Sicilia tutta, poteva non interessarmi questa bella iniziativa?
Guardando tempo fa una puntata di GEO – Rai3 , mi sono imbattuta nella presentazione di un progetto promosso da giovani siciliani sulla Storia della loro terra.
Far conoscere luoghi, zone interne dell’Isola, attraverso vicende storiche.
P.S. I miei articoliNON sono sponsorizzati dai Link(cliccare sopra le parole “blu” e/o “rosse”) di rimando o dalle Case Editrici indicate.E’ un mio libero consiglio di lettura e/o comprensione.
Pensieri sparsi su questa meravigliosa Montagna friulana!
Scriveva il geologo Ardito Desio (1897-2001) :
“(…) di tutte le motagne che si vedevano dal piazzale del Castello,(di Udine)era il Monte Canin che esercitava le maggiori attrattive (…) sia per le sue forme aspre e accidentate, sia perchè si ergeva maestoso al di sopra di tutte le altre. …
Monte Canin dalla pianura friulana
… l’amico professore Ciro Bortolotti (…) trovò di suo gusto l’idea di organizzare per noi un’ascensione al Canin. (…) “Partiremo martedì prossimo. Mi raggiungerete in bicicletta a Chiusaforte, poi proseguiremo insieme.” L’idea di scalare la montagna più alta di quante dominano la pianura friulana mise in effervescenza il mio cervello e in tensione i miei nervi. …
… Risalimmo pedalando la Val Raccolana e con una breve passeggiata raggiungemmo il Rifugio Nevea ove facemmo colazione, proseguendo poi per il Rifugio Canin. A due terzi di strada il professore mi additò, ai piedi della parete del Bila Pec una grotticella difesa verso l’esterno da una parte di sassi. ” Quello è il vecchio Rifugio Brazzà” disse”Là Giacomo di Brazzà Savorgnan di Cargneu visse per qualche mese per rilevare la carta topografica del Canin e del Montasio, preparandosi così a maggiori imprese”.
Giacomo di Brazzà Savorgnan era il fratello di Pietro Brazzà, il famoso esploratore del Congo, nell’Africa Occidentale. Egli seguì le orme del fratello e, insieme con Attilio Pecile, pure friulano, effettuò l’esplorazione di vaste areee del bacino del fiume Congo.
La vista di quel rifugio affumicato rimase per sempre nella mia memoria come un simbolo.
Alle prime luci dell’alba il professore ci diede la sveglia. Lasciammo il rifugio e risalimmo le morene sino all’inizio del ghiacciaio. Era la prima volta che vedevo un ghiacciaio. Mi fece una grande impressione: tutta quella massa di ghiaccio dai riflessi verdazzurri mi suggestionava. Risalimmo tutto il pendio gelato sino all’attacco della parete. …
… ai primi raggi del sole toccammo la vetta a 2585 metri. Un grido di gioia si sprigionò dai nostri petti.
L’entusiasmo è espresso in ogni parola. Niente note per la fatica, per la distanza, per l’altitudine, niente. C’erano!Figurarsi, ma sono state, secondo me, cancellate dall’entusiasmo, dalla meraviglia di salire in vetta, dalla vista di questo spettacolare paesaggio montano!
Provo anch’io un’ attrazione particolare quando scorgo il Monte Canin dalla pianura.
La MIA montagna resta il Monte Coglians, che è ricca di ricordi famigliari : è un’accozzaglia di pensieri storici, geologici, naturalisti, intercalati con immagini di giornate trascorse con questo o quel familiare, lungo il sentiero che porta in cima, di voci di persone care, di colori dei prati intorno alle Casere ai piedi della montagna, di profumi del fuoco, del siero caldo, del suono dei campanacci delle mucche, … … … tanti personali ricordi.
Il Monte Canin e tutto il suo comprensorio mi affascina da sempre per la Geologia del posto.
Conoscete la mia passione (amatoriale) per le rocce! 🙂
In attesa del concerto ci siamo incamminati lungo il sentiero CAI632 che attraversa l’Altopiano per giungere al Rifugio Marussich e/o su in cima al Monte Canin.
dalla Sella Bila Pec la vista della Sella Prevala
Tutto intorno a noi è un paesaggio “lunare”, spettacolare, sede (migliaia di anni fa) di un maestoso ghiacciaio. Si notano formazioni di Dolomia Principale, di Calcari Dolomitici, che hanno sviluppato numerosi fenomeni carsici. E’ una delle mete favorite per chi pratica la Speleologia.
Ecco: non mi attira molto l’addentrarmi (accompagnata ed equipaggiata in sicurezza, si intende) in questi cunicoli stretti, sapendo di avere qualche metro di roccia sopra la testa ma … siccome sono #curiosacomeunascimmia 😉 proverei giusto qualche metro, per capire l’effetto che fa, al buio (o quasi), in silenzio, io, la mia amata roccia e il ticchettio delle gocce d’acqua! 🙂
Altopiano del Canin-Zona Speleologica!
Ma torniamo alle nostre camminate all’aria aperta!
Consiglio in zona il percorso Botanico del Pila Pec. E’ una camminata ad anello, ben segnalato, sulla flora e la morfologia del territorio.
Al termine del sentiero, avviandomi verso il Rifugio Gilberti sono “svenuta” alla vista dei miei amatissimi fossili, in questo caso i Megalodonti, molluschi bivalvi!
Ecco, pensando che in questo luogo, milioni e milioni di anni fa, c’era il mare … “svenuta” di nuovo! 🙂 #sempreconilsorriso !
Dopo il Concerto, siamo rientrati percorrendo il sentiero CAI 635; c’era però una coda infinita di gente : siamo passati veloci veloci vicino all’Abisso Mario Novellicon la sua forte corrente d’aria (cavità 1346 del Catasto Regionale Grotte – Un “Grazie!” al dott.Giulio Goi) e al vecchio Rifugio Brazzà (v. racconto di Ardito Desio) .Che emozione ho provato avvicinandomi! Non ho avuto il tempo, dato la confusione, di fermarmi a studiare bene la zona. Sarà per un’altra volta!
Quindi si ritornaaaaa! Per la gioia di Beta-marito che mi ama alla follia 😉 quando mi fermo a scattare … giusto quelle quattro foto! 😉
A tarda primavera di quest’anno, sempre da Sella Nevea, abbiamo percorso il sentiero CAI 623 sull’Altopiano del Montasio. Altra zona magnifica e ricca di storia alpinistica!
Curiosità: durante la precedente gita ammiravo l’Altopiano del Montasio dal Canin …
Adesso sono qua …
… mentre questa primavera, dal Montasio mi fermavo spesso (oltre che per il fiatone! 😉 sono vecchietta! ) per ammirare il Gruppo del Canin !
… adesso sono qui!
Rientrando a Sella Nevea, lungo la strada, pareti di roccia fantastiche!Strati e strati di pietrisco, ghiaie più o meno fini; depositi rocciosi testimonianza del lavoro delle acque di fusione dei ghiacciai durante il periodo del Pleistocene (1,8 milioni di anni fa). Magnifico!
Guardando, o meglio, ammirando la zona del Canin mi sono ricordata di una gita (una delle prime gite da novelli fidanzatini) lungo i sentieri CAI 636 e 637, fino al Bivacco Modonutti-Savoia per poi scendere lungo il bosco tra il Monte Poviz e il Monte Robon. Ricordo la distesa bianca delle rocce, le scanalature dovute all’erosione/scioglimento del calcare, … e la bella compagnia di una coppia di amici. L’unico rammarico? Non ho foto: il mio Beta-fidanzato/futuro marito aveva dimenticato la macchina fotografica a casa! Tranquilli :adesso anche la sottoscritta ne è provvista, quindi, basta una bella giornata e si parteeee … abbracciandovi tutti! 🙂
In un altro testo di Ardito Desio (vedi fondo pagina) il professore precisa: ” E’ presto fatto, 57 chilometri di bicicletta sino a Chiusaforte per la via nazionale. Poi 11 chilometri sul fondo della Val Raccolana sino al Pian della Siega. Qui si lasciano le biciclette e si sale per un sentiero sino a Sella Nevea dove c’è un buon rifugio alpino. Da Sella Nevea si sale ancora a pernottare nel piccolo rifugio Canin. La mattina seguente si parte all’alba, si rimonta il ghiacciaio centrale del Canin sino all’attacco della parete e di là in poco più di un’ora si arriva in vetta. Nella stessa sera si può essere di ritorno a casa”
Si parla di una gita di due giorni, organizzata nel 1912, partendo in bicicletta da Palmanova. Pensando all’anno, a come erano le strade, i mezzi, i materiali, l’abbigliamento, adesso bisogna SOLO camminare lungo il sentiero, in silenzio, in rispettoso silenzio.
Libro “SULLE VIE DELLA SETE DEI GHIACCIAI E DELL’ORO” Avventure straordinarie di un geologo – scritto da Ardito Desio – ed. IST.GEOGRAFICO D’AGOSTINI Spa Novara-1987
Opuscolo “LE MIE PRIME SCALATE ALPINISTICHE GIOVANILI” di Ardito Desio – Estratto da “IN ALTO” CRONACA DELLA SOCIETA’ ALPINA FRIULANA ed altre pubblicazioni- libretto stampato dalle Grafice Fulvio-Udine
Cartina CAI 027 CANIN-VAL RESIA-PARCO NATURALE PREALPI GIULIE
Libro “GUIDA DEL FRIULI-VII-VAL CANALE” ed.Società Alpina Friulana Sez.Udine del CAI – 1991
Libro “GUIDA DELLA CARNIA E DEL CANAL DEL FERRO” di Giovanni Marinelli-1924-nuova edizione a cura di Michele Gortani-S.A.F.-Libreria editrice “Aquileia”-
Catalogo della mostra “HIC SUNT LEONES. ESPLORATORI, GEOGRAFI E VIAGGIATORI TRA OTTOCENTO E NOVECENTO. DAL FRIULI ALLA CONOSCENZA DEI PAESI EXTRAEUROPEI” – organizzata dal Museo Friulano di Storia Naturale di Udine del 2011.Catalogo a cura di Paola Visentini. Ed. del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine-stampato La Tipografica-novembre 2011
Catalogo della mostra “HISTORIA NATURALIS alle radici del Museo Friulano”Ed. del Museo Friulano di Storia Naturale di Udine-Dicembre 2004 Arti Grafiche Friulane-
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Stamane sei stato a scuola vero? Da quassù vedo ogni mattina tanti bambini che si tengono per mano!
E’ così bello vedervi:tutti con felpe, zainietti coloratissimi, da quassù sembrate tanti coriandoli colorati!!! 🙂
GIRO GIRO TONDO !!!!
Qualcuno ha delle bellissime scarpe fluorescenti … hanno dei poteri magici?
Si corre veloce veloce? Servirebbero a me, quando corro dietro ai quattro leoni birichini!!! Adesso sono qui sotto, buoni buoni, hanno anche iniziato a leggere un libro, sono veramente bravi sai?… meritano un bacione!
Oggi volevo parlarti della Specola … la torretta che vedi sul tetto del Castello, con la bandiera italiana o del Comune di Udine!
Tanto tempo fa un ometto saliva in cima e osservava la città …
… a destra, a sinistra, a nord, a sud, per vedere se c’era un incendio!
di qua’…
… e di là!
E’ Davide il Guardafogo! E’ una persona importante, sai?
diciamo … come il Comandante dei Pompieri!
Appena vedeva il fuoco, avvisava gli udinesi suonando una campana
“DIN DON! DIN DON!”…”Pericolo!Al fuoco!AL FUOCOOO!” e via tutti insieme ad aiutare con i secchi pieni di acqua!
Oppure suonava un corno … anche questo era un segnale:
“Angelo,tutto tranquillo in città!” e io potevo aiutarei bambini mentre giocavano.
Ti svelo un segreto … te lo dico sottovoce … Davide dava un occhio anche ai Leoni che arrivavano in città a trovare gli amici udinesi.
Sono birichini anche loro sai?
Guarda bene sulla torretta verso ovest …
… grazie al Guardafogo ho fermato giusto in tempo un Leone arrivato dal Kenia che si era arrampicato sull’asta, in alto in alto! Pericolososssssimo!
Quando ci sarà la Luna Pienalo porto nel Giardino-Deserto così gioca con la sabbia, anche perchè andare a Grado o a Lignano Sabbiadoro in autunno è un pò frrrrreddddddino! 😉
Zia Beta ha lasciato delle orme sulla sabbia! Belle vero!
Pepperepepepeee!!! Bene! Tutto tranquillo qui in centro! Niente campana!
Allora sai cosa faccio?Vado a trovare il Leone qui sotto, sulla Porta ! Mi ha promesso che mi leggerà la storia dei tre porcellini Timmy,Tommy e Jimmy! La conosci?
Mi ha detto che dovrà soffiare, soffffiare, soffffffffiare … speriamo che non voli via!
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Ieri sera ho preso un pezzo di stoffa gialla (era un pantaloncino della mia bimba) e con del filo nero l’ho ricamata.🥰
Ho realizzato un bottone (gli accessori di metallo si trovano in merceria facilmente) che, grazie all’asola, me lo appendo nella catenella della collana…SEMPRE…#PERGIULIO.
Dai mamme, condividete questo post, fate il bottone, non importa se non sapete ricamare,…basta passare sopra e sotto un filo ,… non è niente di difficile …sono altre le cose difficili… fate il bottone per indossarlo sempre! #PERGIULIO .
La miniera di mercurio a cui mi riferisco si trova a Idrija in Slovenia. Leggendo il capitolo dedicato al mese di Marzo nell’Almanacco “IL FRIULI” di Lea D’Orlandi, etnografa udinese, mi ha incuriosito quanto scritto nell’articolo dedicato a questa produzione … italiana!?!?
Eh già!Siamo negli anni ’20 (quindi neanche un secolo fa!) e questa zona, oltre l’Isonzo, era italiana. Come è noto dopo la Seconda Guerra Mondiale alcuni territori sono stati assegnati alla Jugoslavia.E da 1991 la Slovenia è diventata indipendente dalla Jugoslavia e successivamente (2004) membro dell’Unione Europea.
Sul sito che ho “linkato” è spiegato molto bene la storia geologica e scientifica di questa metallo, la storia della miniera di ieri e di oggi … non si estrae più ma , giustamente, il luogo è stato reso fruibile per delle visite guidate.
E per il suo valore storico e umano (mai dimenticare il lavoro degli uomini!) la Miniera di Mercurio è stata nominata quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità – UNESCO – nel 2002.
Vale veramente la pena di fare un bel viaggetto in questa località.
Località nota anche per un’altro lavoro manuale : il Merletto.
Filo di cotone raccolto nei fuselli e intrecciato, formando una trama, un bordo, un fiore, … un “gioiello” !
Lavoro a me molto caro perchè, a scuola (qualche anno fa! 😉 ) mi è stata insegnata questa tecnica da un’insegnante goriziana … ancora adesso, quando punto uno spillo, ricordo i suoi insegnamenti … “come per il ricamo, anche nel merletto non ci deve essere differenza fra davanti e retro del lavoro!” …
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