Passeggiando nel bosco, vicino al sentiero, potrai vedere per terra,tronchi e rami tagliati.
E’ stato il boscaiolo che taglia i rami un pò lunghi degli alberi di Abete rosso, di Pino, … per farli crescere più forti e anche per permettere alla luce del sole di riscaldare le piantine e i fiori nel prato!
Ti sarà capitato di andare dal parrucchiere per un nuovo taglio di capelli? Ecco … anche i boschi hanno i loro saloni di bellezza personali!
Senti il buon profumo del legno! Attento alla pece, è molto profumata ma è una “colla” super potente! Un giorno (curiosa come una “simmia”!) mi sono avvicinata troppo … e sono tornata a casa con un rametto attaccato al naso…sembravo Pinocchio! 🙂 🙂 🙂
Ma lì in mezzo a quei rami … ops … vedo UN OCCHIO … sembra quello di un Dinosauro!!!
o di uno dei follettidel bosco, il Mazzarot molto difficile da scovare, anche se è vestito di rosso! E’ molto furbo … si nasconde in mezzo ai rami degli alberi, sta fermo fermo fino a trasformarsi in legno!
Oppure se durante le passeggiate, ti inciampi, mh!… mi sa che è stato il piedino del Bergul, curioso da far paura a tutte le novità del bosco, si aggira vicino al rifugio per vedere se sono arrivati nuovi ospiti … indovina chi fa rovesciare lo zaino sul prato o fa rotolare la borraccia colma d’acqua? 😉
Io ne ho visto uno nascosto dietro l’angolo di una casa … chissà cosa ha combinato?
Forse era solo spaventato dal rumore di un trattore … adesso sarà già nel bosco a mangiare mirtilli e fragoline! E’ golosisssssssimo! 🙂 e a te piacciono? anche loro sono dispettosi perchè colorano di viola i denti … diventiamo dei piccoli mostri! brrrrr! che paura! 😉
P.S. I miei articoliNON sono sponsorizzati dailink(cliccare sopra le parole “blu” e/o “rosse”) di rimando o dalle Case Editrici indicate.E’ un mio libero consiglio di lettura e/o comprensione.
Percorrendo la ciclabile, ci siamo fermati per un riposo rinfrescante sul greto del Fiume Fella, all’altezza di Carnia, poco prima che le sue acque si uniscano a quelle del Fiume Tagliamento.
Mentre camminavo sul greto del fiume … ho raccolto alcuni sassolini … ma cosa ho trovato? Fantastico!
Subito ho pensato al Gugjet, il simbolo della Carnia.Un piccolo cuore in ottone, ricurvo,regalo degli uomini alle loro amate, da legare al grembiule in vita, … per appoggiare la punta del ferro … in modo da non ferirsi mentre lavoravano a maglia!
Quanti calzini ha realizzato la nonna Maria con i quattro ferri a doppia punta…la guardavo ed era una magia, non capivo come riuscisse senza sbagliare ad incrociare i punti per ottenere quel “tubolare”…quel modo di lavorare veloce, veloce, seduta fuori casa sulla panca all’ombra, o in piedi affaccendata in altri lavori!…
Esemplari di questi Cuori finemente decorati si trovano presso il Museo Carnico delle Arti Popolari di Tolmezzo. Sembra di entrare, non in un Museo, ma in una casa abitata!E’ molto ben “illustrata” la vita di una volta, … in cucina … con quelle meravigliose credenze in legno con i tegami in rame, in sala con i mobili di legno massiccio ma finemente lavorati con esposto il “servizio” buono delle feste!…in camera da letto…con le cassepanche e i cassettoni del comò colmi di biancheria finemente ricamata…il famoso corredo della dote!
Anch’io ho portato in dote (no…no…non i cassettoni! 😉 ) delle lenzuola ricamate da me e da mia madre. Un paio ha degli inserti a tombolo, da me eseguiti alle Scuole Superiori!
Durante il rientro già pensavo a come valorizzarlo!
Avete presente lo show di un comico sui neuroni dell’uomo e della donna? ecco … io ero/SONO come al 1.20′ !!!! 🙂 🙂 🙂
Tempo fa ho realizzato un quadro a punto croce con un gatto, con diverse varietà del marrone.
L’ho appeso sopra un mobiletto (marrone! 😉 ) dove ho in bella mostra alcuni tipi di rocce raccolte nelle varie escursioni in giro per le montagne friulane …
ma sulla parete c’era “troppo” spazione bianco … … orrore! 😉
E allora … un foglio di cartoncino marrone e uno di plexiglass , tagliati a rettangolo (faranno da cornice)
… un rettangolo più piccolo realizzato con del feltro bianco (come passepartout)
… qualche filo da ricamo (delle stesse tonalità di quello usato per il ricamo “felino”)
… un pò di colla per fissare il tutto
… ed ecco appeso il mio Cuore Carnico !
Gli altri sassolini? niente piatti decorati (ne ho già due ma … non c’è due senza tre? 😉 …) e allora li ho messi nel mio piccolo “giardino”!!!
Partendo da Gemona del Friuli, questo anello ci porta verso nord, in compagnia del Fiume Tagliamento!
Cartina topografica,(n.13) macchina fotografica a portata di mano,… pronti…via!!!
Arrivati, attraverso la pista ciclabile, a Venzone,oltrepassato il ponte sul nostro Fiume, a Pioverno svoltiamo a destra, verso Borgo Sors e proseguiamo su strada asfaltata ai piedi del Monte S.Simeone.
Il Monte San Simeone è stato l’epicentro del terremoto del 06 maggio 1976.
In quegli anni, passando in macchina sulla strada statale per andare a Tolmezzo, mi ricordo che la chiamavo “la montagna delle piramidi bianche “…con il sismae le successive scosse, sul versante nord, si erano formati diversi conoidi di deiezione, dovuti alle numerose frane…
adesso dopo 40 anni, la natura ha preso il sopravvento, la montagna è verde, viva, per delle belle attivita’sportive, o per delle camminate storicheo naturalistiche(v.anche il vicino Monte Festa)… sapete come sono…non faccio una cammina, una pedalata e basta, devo imparare qualcosa, sempre!
Comunque, io non dimentico, e le varie mostre permanenti a Gemona del Friuli o a Venzone esistono per questo, per non dimenticare, i luoghi, le persone,le TANTE persone che hanno dato una mano … e le voci, le voci dei radio-amatori … … … basta,sono (ancora) troppo emozionata …
…
Ritorniamo alla pedalata!
E’ una bella strada ombreggiata,
con scorci aperti verso il bosco e il corso fluviale…
Sotto-passato il ponte dell’Autostrada, dopo poco , ad un bivio, si prende la strada bianca a destra, che ci porta a Cavazzo Carnico.
Strada Bianca
Monte Amariana
Torrente Faeit
Sorpresa anche qui…poco prima di uscire dal paese, alla sinistra, in mezzo alle case, segnalato, c’è il Mulino di Gaspar, un piccolo edificio, una chicca, … sembra una statuina per il Presepe!
Acqua, acqua, acqua, … si segue il canale … fino all’incrocio con la S.S.512 …
Da visitare a piedi (magari un’altra volta) la Palude das Fontanas, dall’altra parte della strada.Questo luogo faceva parte del vecchio “sito” del Fiume Tagliamento, o meglio, del Grande Ghiacciaio che si inoltrava fino alle porte di Udine! Ne avevo accennato in un precedente articolo parlando anche della Palude Vuarbis!
E adesso … si prende la pista ciclabile (percorso 12 – frazione 6) …
Queste ciclabili provinciali io le chiamo le diramazioni,le “braccia” della Ciclabile Alpe Adria, perchè ci consentono di esplorare e conoscere ancora meglio il Friuli Venezia Giulia, al “termine” ci si collega con quelle del Pordenonese, del Goriziano e del Carso Triestino! …
Dicevo:si prende la pista ciclabile (percorso 12-frazione 6)che costeggia a tratti la strada ma poi … si intrufola in mezzo al bosco …
… è un continuo saliscendi, bellissimo, suggestivo, tanto che non ho fatto fotografie, 😦 … scusate … mi sono divertita moltissimo, comunque adocchiate varietà di vegetazione, alberi, scorci naturalistici, flora, rocce, le mie amate roccee!!! L’unica è ritornare e percorrerla a piedi … 🙂 e via con gli scatti !!! 🙂
Arrivati a Tolmezzo, consiglio di seguire la segnaletica della ciclabile fino al ponte sul Torrente But. Così facendo, si “scende” verso il centro della cittadina, con le vie porticate,con il bel Duomo, ricco di opere d’arte, e con l’ Angelosul campanile, a me molto caro! 🙂
Attraverso la medioevale Porta di Sotto si esce dalla cittadina per proseguire lungo la Strada Provinciale (attenzione ai veicoli!) fino ad Amaro.
Si percorre la strada sotto l’occhio vigile del mio amato Monte Amariana …
Rileggendo l’articolo del Tag , lungo la ciclabile, a Cavazzo Carnico si riesce a vedere la Malga Avrint !!!
dalla Malga si vede il M.Amariana…da “sotto”la malga è lassù, in quello spiazzo,all’incrocio dei versanti!
… Ritornando indietro con la memoria …
… ricordo che da piccolina, rientrando a casa dopo la visita-parenti in Carnia attraverso la Strada Statale , (l’Autostrada non era stata ancora costruita…ma quanto vecchia sono !?!?! 😉 🙂 ) soprattutto le sere invernali, le luci rosse e bianche delle macchine creavano su questa strada un serpente lungo lungo, toccando Carnia, Portis, poi Venzone con i DUE campanili uno vicino all’altro (mi meravigliavo ogni volta!) quello del Duomo di S.Andrea …
e quello della Chiesa di S.Giovanni Battista …
… per arrivare poi a Gemona del Friuli (sorta anche lei su un cono di deiezione!…oggi è la giornata dei coni! 😉 )… lo chiamavamo “il Presepio” per tutte le luci delle case e delle stradine!…
Adesso c’è ancora il “Presepe” gemonese … non c’è più il campanile della Chiesa di S.Giovanni Battista. Dopo il terremoto del 1976, come è noto, Venzone , uno dei Borghi più belli d’Italia,è stata ricostruita pietra su pietra,ma di questa Chiesa sono stati salvati e messi in sicurezza la facciata e parti della navata, “a memoria” di ciò che è successo.
Così come il paese di Portis “vecchia” (Portis “nuova” è stata costruita più a monte) alcuni edifici pre-terremoto vengono utilizzati come esercitazioni dei Piani di Emergenza dalla Protezione Civile…
E’ sempre una guerra di sentimenti felici e tristi quando arrivo in queste cittadine, l’unica cosa è “non dimenticare”.
…
Ricordo, sempre al rientro dalla visita parenti, che, dopo la zona industriale tolmezzina, a nord, verso il conoide dei Rivoli Bianchi, c’era una zona miliare, con le varie torrette di vedetta. Salutavo sempre i militari e ancora adesso, passando, li cerco …
…
ciao ciao!Bianco, azzurro,verde!!!
Arrivati sul ponte del Fiume Fella, in località Carnia, ci si immette nella meravigliosa Ciclovia Alpe Adria e poi via giù fino a Venzone, costeggiando i Rivoli Bianchi (ancora”coni di deiezione” 🙂 …bravi! capito la lezione!clap!clap!)… sbirciatina d’obbligo al Laghetto Minisini… ogni volta diverso, ogni volta sorprendente!
ed eccoci arrivati a Gemona del Friuli, il nostro punto di partenza!
Buon giro!
Mandi Mandi
Beta
e , come sempre, per NON DIMENTICARE … Giulio era con me!
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Leggendo la pubblicazione regionale dei geositi e il libro del Circolo Speleologico mi ha incuriosito il capitolo dedicato alla Forra “Buse dai Pagans” e alla Palude “Vuarbis”(poco oltre il Lago di Cavazzo, anche questo oggetto di numerose passeggiate lungo l’argine o come punto di partenza per camminate sulle montagne che ne fanno da cornice) e allora zaino in spalla e via!
Partendo dall’abitato di Cavazzo Carnico ci si incammina sulla strada che costeggia il Rio Faeit fino all’indicazione a sn. di una Palestra di arrampicata.
E’ già una meraviglia: natura (sottobosco ricco di piante, fiori odorosi, colorati!) storia (la parete di roccia della Palestra ha delle aperture/finestre militari :la struttura interna (bunker) fa parte del Vallo Alpino del Littorio ) geologia (le pareti rocciose sono dei conglomerati quaternari!).
Alla sinistra dello spiazzo della Palestra di roccia, attraverso un sentiero, si arriva alla “CJANEVATE” una grotta molto grande con a destra l’ingresso al bunker militare (vietato l’ingresso).
Un pensiero, in rispettoso silenzio, al lavoro dei militari per la realizzazione di queste opere…
Facendo un pò di attenzione-tra la Cjanevate e la Palestra di Roccia – attraverso uno stretto passaggio tra i massi, si arriva alla Forra “BUSE DAI PAGANS”:come cita il testo, è un “varco di circa tre metri di larghezza, sovrastato da pareti di una trentina di metri”.
Meraviglia della natura, la forza dell’acqua che ha “plasmato” la roccia!
Ad un’altezza di una quindicina di metri si vede il ponte in cemento armato che unisce le costruzioni militari interne!
Proseguendo lungo il greto del Rio, al termine della Forra, troviamo una pozza d’acqua…è alimentata da un “salto” d’acqua anche questo molto alto…ricorda un pò le Cascate “LA PLERA” di Invillino e “FAVARINIS” nel comune di Amaro.
Da visitare stagionalmente perchè è una novità ogni volta, la portata dell’acqua varia e quindi varia tutto il paesaggio sottostante! per non parlare della vegetazione, della luce del sole,…
Ma quanto è GRANDE la Natura! Mi meraviglio sempre!
Torniamo a noi!
Per continuare la camminata, si ritorna sulla strada asfaltata proseguendo verso la località di Cesclans. In pratica (consultare SEMPRE la cartina topografica n.13) si “circumnaviga” la montagna appena visitata. 😉 … Attenzione:trattasi di strada con passaggio di veicoli!.
Al termine di questa “rotatoria” si arriva al margine di un esteso campo, è il “prato del Falnor” di origine glaciale: questa conca è stata plasmata dal lavoro del Ghiacciaio del Tagliamento!
Proseguendo verso il paese di Cesclans, a destra si trova una Chiesetta ristrutturata dopo il terremoto del 1976 e a sinistra parte un sentiero (marcato “Tratteggiato nero” sulla cartina topografica:quindi attenzione!non è ben segnalato).
E’ un sentiero con poco dislivello, che attraversa il bosco Celli e Brocul.
Ho visto diversi alberi di Ciliegio!Fiori e Farfalle! e delle postazioni militari!
Consiglio:occhi e macchina fotografica in azione !!! 🙂
Al termine della discesa si arriva alla Palude “Vuarbis” anche questa di origine glaciale.
Grazie ad un comodo sentiero si riesce a “girare” intorno allo specchio d’acqua.Il canneto e l’alta vegetazione nasconde parzialmente la vista della Palude. Un centinaio di metri vengono percorsi sulla S.S.512 che sarà anche utilizzata per il rientro a Cavazzo Carnico….attenzione ai veicoli ma dall’alto si può avere una più chiara panoramica della P.Vuarbis.
In alternativa alla strada asfaltata abbiamo preferito un sentiero che “taglia” attraverso il bosco , segnalato con indicazioni per il Campo Sportivo di Cavazzo Carnico.
Un profumo di aglio selvatico!!!
E’marcato “Tratteggiato nero” sulla cartina topografica:quindi attenzione!non è ben segnalato).
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Un giorno stavo facendo una passeggiata nel bosco, subito dopo una nevicata! C’era un silenzio! Bellissimo! Mentre facevo delle fotografie … “TIC”…”TIC”… “TIC”… avevo la schiena piena di neve! Ma chi è stato? Mi guardo intorno e non vedo nessuno … probabilmente mettendo lo zaino in spalla mi è caduta un pò di neve sulla schiena.
Continuo a fotografare laforesta millenaria di Tarvisio (Udine) …
bella foto vero? grazie grazie ! 😉
… “TIC”…”TIC”… “TIC”… ANCORA !!!
Ma allora è lo scherzo di uno SBILF !!!
Sai chi è? E’ un folletto che abita nel bosco o in mezzo ai cespugli dei prati o anche nelle case, e sì, può abitare anche da te!
Sono delle piccole creature molto timide ma appena ti vedono possono aiutarti, o farti dei dispetti.
Per esempio c’è il GJAN : aiuta il boscaiolo a spostare i tronchi degli alberi, … tiene compagnia alla pecora o alla mucca al pascolo, rannicchiandosi vicino all’orecchio, così può raccontare sottovoce delle belle storie!
Ma c’è anche il dispettoso BERGUL che proprio mentre corri nel prato, o cammini lungo un sentiero in montagna,o sei in bicicletta con i tuoi amici…trac! ti fa inciampare su un sasso o su una radice!
Eh già!E’ colpa del BERTUL!
Ricordandomi di queste storie, … “TIC”…”TIC”… “TIC”… ancora lanci di neve sulla schiena … mi sono girata e piano … piano … ho cercato tra gli alberi, piano … piano … eccolo lì !!!
Il BERGUL si è mimetizzato in mezzo ad un tronco di abete … lo vedi ?
Aspetta, disegno un pò gli occhi e la bocca così vedi meglio!
Ha proprio la faccia di un Birbante! 🙂 Ma forse voleva solo un pò di compagnia!
E allora buone passeggiate a piedi, in bici o come vuoi tu … e fai attenzione agli Sbilfs!
Baci Baci!
zia Beta
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Consiglio la lettura
“SBILFS” scritto da Gianni Pielli Casa Editrice LA VECCHIA QUERCIA -1995
è ricco di storie ed immagini dei folletti!
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